Lunedì 5 maggio 2025 si è tenuta una lezione del Prof. Giorgio Grasso, Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università dell’Insubria, dal titolo “Le generazioni future nella Costituzione italiana: oltre la riforma costituzionale sull’ambiente”.
Nel corso dell’incontro, il Prof. Grasso ha offerto un’approfondita analisi della portata e delle implicazioni della riforma introdotta con la legge costituzionale n. 1/2022, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, rafforzando la tutela dell’ambiente ma non soltanto.
La riforma, frutto di un ampio consenso parlamentare, ha segnato un passaggio fondamentale nel riconoscimento costituzionale della protezione dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità, introducendo inoltre il riferimento esplicito all’interesse delle generazioni future. Pur mancando un diretto richiamo al clima, il nuovo impianto normativo si configura come un “superprincipio” costituzionale capace di orientare trasversalmente molteplici ambiti, dalle politiche economiche all’etica delle tecnologie.
Infatti, durante la lezione, è stato evidenziato come la portata della riforma vada ben oltre la dimensione ambientale. L’articolo 9, così modificato, apre a riflessioni più ampie, ad esempio in tema di sostenibilità del debito pubblico, sviluppo delle biotecnologie e uso dell’intelligenza artificiale, delineando un approccio costituzionale orientato alla responsabilità verso il futuro.
L’art. 9, comma 3, della Costituzione può così intrecciarsi con altri principi fondamentali, richiedendo un delicato bilanciamento tra i diritti e le libertà delle generazioni presenti e quelle future. Come sottolineato dal Prof. Grasso, la politica, per sua natura, tende a guardare al breve periodo, mentre la Costituzione è ora chiamata a farsi carico anche di una prospettiva intergenerazionale.
La lezione ha offerto spunti di riflessione di grande attualità, suggerendo come la riforma possa fungere da chiave interpretativa per molteplici sfide contemporanee, dalla sostenibilità economica alle trasformazioni tecnologiche.
©Valentina Eisendle/Esther Happacher